È ancora un fantasma ma è stata condannata ieri in contumacia a cinque anni di prigione la donna di etnia rom evasa dal carcere Lorusso e Cutugno dove era rinchiusa per aver travolto e ucciso a maggio con il suo furgone Oreste Giagnotto, che viaggiava a bordo del suo scooter sulla superstrada di Caselle.
Di Laura Sulejmanovic, 22 anni, si sono perse le tracce a giugno, quando aveva eluso la sorveglianza della polizia penitenziaria e si era allontanata dal padiglione riservato alle donne carcerate, abbandonando in cella la figlia di pochi mesi.
Eppure era stata proprio la donna, fuggita al momento dell’incidente, a costituirsi mezz’ora dopo l’investimento. Era stata arrestata con l’accusa di omicidio stradale e omissione di soccorso, reati per cui è stata processata con rito abbreviato dal gup Luca Del Colle. La donna è stata condannata a cinque anni di carcere, mentre il risarcimento del danno richiesta dai familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Luigi Giuliano e Gino Arnone, sarà affrontato dal giudice civile.
La vicenda dell’incidente aveva suscitato molta indignazione poiché l’investitrice era senza patente. Dopo l’evasione erano state anche organizzate manifestazioni di protesta per chiedere giustizia.
I familiari della vittima avevano anche messo una taglia sulla donna
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