La politica di Papa Francesco, sin dall’inizio del suo pontificato nel 2013, si è contraddistinta per alcune direttrici fondamentali che lo distinguono dai predecessori e hanno suscitato grande attenzione a livello globale, anche fuori dal mondo cattolico. Ecco alcuni punti chiave:
- Centralità dei poveri e degli emarginati
Papa Francesco ha posto fin da subito una forte enfasi sulla “Chiesa povera per i poveri”. Ha criticato duramente l’idolatria del denaro, l’inequità globale e le ingiustizie sociali. È stato un costante difensore dei migranti, dei rifugiati e degli esclusi.
- Ecologia integrale
Con l’enciclica Laudato si’ (2015), Francesco ha rivoluzionato l’approccio della Chiesa ai temi ambientali, legando la questione ecologica a quella sociale. Ha denunciato il degrado ambientale come frutto dello stesso sistema che genera povertà e diseguaglianza.
- Dialogo interreligioso e apertura al mondo
Ha promosso con forza il dialogo con l’Islam (storico l’incontro con l’Imam di Al-Azhar), con il giudaismo e con altre fedi. La sua visione è fortemente inclusiva e orientata alla pace e alla cooperazione tra religioni.
- Riforma della Chiesa
Ha avviato un processo di riforma della Curia romana e della gestione finanziaria vaticana, cercando maggiore trasparenza e combattendo fenomeni di corruzione. È stato un papa pragmatico, ma anche ostacolato internamente.
- Temi etici e morali
Sebbene mantenga la dottrina cattolica, ha mostrato un approccio pastorale più aperto: accoglienza verso i divorziati risposati, attenzione alle persone LGBTQ+, comprensione delle situazioni complesse delle famiglie. Questo lo ha reso oggetto di critiche da parte dei settori più conservatori.
- Geopolitica della pace
Francesco è molto attivo sul piano diplomatico. Ha cercato mediazioni nei conflitti (Ucraina, Siria, Medio Oriente), ha denunciato le guerre come “pezzi della terza guerra mondiale” e si è posto come figura morale di riferimento globale.